PERCHÈ, PRIMA O POI, UNA CURA LA TROVANO... MA NEL FRATTEMPO DIAMOCI UNA MANO PER NON PERDERCI NELLA NOTTE

martedì 29 maggio 2012

Ringraziamenti

Ci siamo.

E' il momento per i ringraziamenti....

Se sono riuscito in questa impresa lo devo soprattutto a chi ha lavorato con me al progetto.

Prima fra tutti ringrazio Elena, la mia compagna. Sin dalle prime bozze dell'avventura il suo lavoro è stato fondamentale. Le serate passate insieme a studiare le mappe, i consigli e i suggerimenti dettati dal suo buonsenso (nettamente più spiccato del mio), la fantasia di inventare il titolo stesso dell'impresa. Le devo molto, ma soprattutto le sono riconoscente per essermi stata vicina nei giorni più difficili. Sia in preparazione alla partenza, dove ogni tanto la malinconia mi stringeva il respiro, che durante i momenti critici della scarpinata, la grandezza del suo animo mi ha confortato e rassicurato.

I miei sinceri ringraziamenti vanno poi a:

LOWA, nelle persone di Monica e Simonetta, per avermi fornito le calzature per il viaggio. 300km e nemmeno un po' di arrossamenti: un capolavoro!
Voltaic ZainoSolare, che mi ha garantito un'indipendenza energetica totale con il potente pannello fotovoltaico da zaino.
Oleificio Pasquinoni e il suo prezioso olio EVO. Con le erbette selvatiche è stato davvero un matrimonio felice.
Andrea Bianchi di MountainBlog.
Carlo Rosati di Sovana Guide;
Eliseo Mazzi della sezione Cai di Arezzo;
Franco Alessandri dell'associazione Il Pellegrino di Firenze;
Ambra Garanci di Iubilantes;
Alberto Menghetti per l'importante supporto tecnico e mediatico;
Matteo Dall'Agata del Corriere di Romagna;
Radio Bruno;
Jalla Jalla di Radio Popolare Milano;
Stefano Borgato di Superando.it;
Geraldine Meyer di Voglioviverecosì.it;
Claudio, Sara e i loro due angeli per la piacevole serata e compagnia nella penultima tappa a Novafeltria. Dopo 8 giorni a spasso, sentire il calore di una vera casa riscalda l'anima!
Moreno e Stefano, per la loro presenza e il supporto tecnico. Non è passato giorno senza un messaggio o una telefonata per sincerarsi della mia situazione. Anche se la vita non sempre ci concede lo spazio necessario per fare quanto si desidera, vi ho sentiti ugualmente al mio fianco.
Garci, per le preziose indicazioni e per avermi prestato il suo prezioso GPS da escursionismo! 
Maddalena e la carissima Lella, per aver supportato e diffuso sui social network e nei vari forum gli aggiornamenti e le notizie della mia avventura! 
Francesco e Tamara, i miei colleghi farmacisti, che facendosi in quattro durante la mia assenza hanno dovuto coprire 15 giorni ininterrotti di turni di lavoro.

Grazie al Presidente di Atri Onlus Simone Vannini e alla Presidente di Retina Italia Onlus Assia Andrao per il patrocinio e per il fondamentale supporto organizzativo della mia iniziativa. 


Ringrazio anche l'azienda per cui lavoro che, concedendo un'aspettativa non retribuita di 15 giorni, mi ha dato modo di disporre del tempo necessario per l'impresa.
Grazie di cuore ai miei compagni di viaggio! E' stato davvero importante condividere le giornate e i km che insieme ci hanno visto coprire le varie tappe di questa Tirreno Adriatica solidale.  E quindi, a mio padre Saverio, al mio amico Luca e ai genitori di Elena, Saverio ed Annarosa, i miei più affettuosi ringraziamenti!


Un grazie speciale va poi a tutti quelli che hanno voluto contribuire a questa causa! I tempi sono difficili, ma come sempre i più grandi aiuti sono arrivati da chi ha meno. Il cuore e la solidarietà delle persone si misura con i fatti e non con le belle parole.

E concludo i miei riongraziamenti rivolgendomi a chi davvero di chiacchiere ne ha fatte poche, dimostrando con le proprie iniziative quanto l'animo umano può essere grande se mantenuto al suo stato di candida purezza.
Sto parlando delle Classi Quinte della Scuola Elementare Diego Fabbri di Forlì, dell'Associazione Genitori e delle Insegnanti che, nell'arco di un intero lustro, hanno formato il pensiero e lo spirito critico di chi rappresenta il nostro futuro.
Tra queste insegnanti ce n'è una in particolare, la maestra Rosa, a cui va il mio pensiero finale. Si è davvero fatta in quattro, prodigandosi per diffondere la notizia della mia iniziativa laddove il web non è riuscito ad arrivare. Con il suo aiuto è stato possibile raccogliere una grandissima parte delle donazioni che, a breve,  consegnerò nelle mani dei destinatari di tutta la mia impresa.
Grazie davvero, Mamma.

domenica 27 maggio 2012

Mountain Blog

Ecco l'articlo, con relativa audiointervista finale, comparso su Mountain Blog a conclusione della mia Scarpinata!

Enjoy!!!



martedì 22 maggio 2012

UN FIORE PER LA RICERCA



Sabato 19 Maggio sono stato invitato all'annuale festa della Scuola Elementare Diego Fabbri di Forlì.
Tutta la via del centro storico, in cui si trova l'edificio e dove a mia volta ho frequentato tutto il ciclo delle elementari, è in festa. Tanti bambini, allegri per la vicina pausa estiva, affollano ogni angolo della via. Chi mangia una piada con la nutella, chi canta, chi corre, chi balla al ritmo delle note di una band formata da alcuni genitori. Una festa in piena regola!

Proprio di fronte ai cancelli principali trovo un gruppetto di alunni di Quinta. Li riconosco perchè sono i più grandi. Hanno in mano un cartello: "Donato, la 5°C è con te".
Sorrido, emozionato.
Mi accolgono indossando delle polo con stampata la locandina della mia iniziativa. "Che forti che sono!", penso.
Ma la sorpresa vera deve ancora arrivare. 
Dietro ai ragazzini vedo uno stand promozionale, con tanto di banchetto. 

Ci sono le insegnanti delle classi Quinte che promuovono, assieme a tutti i bambini, una raccolta fondi per sostenere la mia iniziativa. 
"Con un'offerta è possibile ricevere un fiore per aiutare la lotta alla Sindrome di Stargardt", grida uno degli alunni, improvvisati strilloni per l'occasione.
"Scarpinare per la ricerca. Donato ha attraversato l'Italia a piedi! Ora tocca a noi!" continuano, determinati a non farsi scappare nessuno!
Da togliere il fiato. Resto letteralmente a bocca aperta, contento da matti.
Saluto le insegnanti, che mi illustrano i lavori artistici dei loro alunni. Tantissimi fiori colorati, realizzati in carta, soo in bella mostra su tutto il bancone a disposizione di chiunque voglia fare una donazione.
Ci sono anche dei cartelloni ai lati dello stand. Su quello di destra si legge:
"UN FIORE PER LA RICERCA - SINDROME DI STARGARDT"

Su quello di sinistra, invece, c'è un bellissimo collage che riassume la mia avventura, con tanto di foto e racconti tratti dal mio diario.

 

Definire tutto questo un capolavoro è riduttivo.

Con l'aiuto delle maestre Rosa G., Federica F., Annalisa C., Cristina D. e Antonella M. questi ragazzi hanno fatto qualcosa di grandioso, di  indescrivibilmente umano e profondamente toccante. Una sensibilità assoluta che, ad oggi, solo i miei affetti e i miei migliori amici hanno mostrato nei miei confronti. Pensare che questi bambini hanno sentito di dover lavorare, con così tanto coinvolgimento, per questa causa la dice lunga sulla loro bellezza interiore!

Loro sono il nostro futuro, e di fronte a una simile incoraggiante prospettiva posso dirmi sereno per il mondo che sarà.
Grazie ragazzi. Un lavoro che non dimenticherò!


Un grazie particolare all’Associazione Genitori Scuola Diego Fabbri, che ha promosso e reso possibile questo evento.

Ringrazio di cuore, infine, tutte le insegnanti, che hanno evidentemente fatto un ottimo lavoro in questo quinquennio. Tra queste, una in particolare merita un forte abbraccio. Si tratta di mia Madre, che magistralmente è riuscita a prepararmi questa bellissima sorpresa senza che io sospettassi molto di quello che sarebbe potutto accadere, in questo giorno stupendo.

GRAZIE!

lunedì 21 maggio 2012

IL CORRIERE DELLE QUINTE

La pubblicazione di un gruppo di bambini di quinta della Scuola Elementare Diego Fabbri di Forlì. Doti giornalistiche spiccate, e una sensibilità d'animo che neppure gli adulti posseggono, hanno reso il loro lavoro un prezioso contributo alla nostra causa!





 

Un lavoro davvero importante e spontaneo.
Bravi ragazzi! Grazie di cuore!!!

venerdì 18 maggio 2012

Una settimana fa...

... ero appena arrivato a Rimini.

Riguardavo oggi le foto del viaggio e una piacevole sensazione mi ha pervaso nel profondo.
E' stata davvero una grande esperienza, il cui ricordo indelebile resterà impresso nella mia memoria.

Un bis in futuro? Possibile, ma non a breve. Quello che invece sto considerando attuabile, magari entro la fine dell'estate, è un evento più ampio.
Sto immaginando un nutrito gruppo di bici che scende dal Montelfeltro lungo la ciclabile del Marecchia, ripercorrendo le ultime tappe del mio Coast to Coast.

Nel frattempo cerco di riordinare gli appunti di viaggio e i tanti ricordi che conservo gelosamente. Vediamo se ne viene fuori qualcosa di pubblicabile, magari corredato di photo book e audiolibro.
Potrebbe essere un mezzo per diffondere ancor di più il mio messaggio e, perchè no, potrebbe permettere di raccogliere altri fondi.

Chiunque avesse suggerimenti, idee, dritte è il benvenuto!


sabato 12 maggio 2012

Finalmente a casa

Dormire nel mio letto.... dopo tutti questi giorni, non potevo desiderare altro.
Abiti freschi e stirati, passi leggeri e non più gravati dal carico in groppa.

Si da per scontato fin troppo, nella nostra quotidianità. Mi stupisco felice di poter avere la mia biancheria da bagno, pulita e riposta su un comodo appendino, mentre fino a ieri la dovevo sempre tirar fuori dal mio zaino e portarla con me arrotolata sotto il braccio; mi sorprendo nel vedere il frigo ripieno di tanto buon cibo ed acqua fresca, quando nei passati giorni le cose più buone le ho raccolte dalla terra, mentre l'acqua fresca era un piacere effimero che durava solo pochi passi dopo essersi allontanati da una sorgente.

E' stata duretta in parecchi momenti e devo essere onesto, perchè quando ho incontrato tutta quella pioggia l'idea di mollare e di tornare a casa non mi ha solo sfiorato: mi ha preso proprio a schiaffi!

Devo dire grazie al supporto di chi mi stava vicino in quegli istanti complicati, ma anche a tutti quelli che mi seguivano leggendo il mio blog: se ho preso un bel respiro e ho deciso di continuare la sfida non è stato merito mio.
E alla fine, davvero, ne è valsa la pena nel tener duro per riunire i due mari!


Io ho fatto quanto in mio potere, arrivando ben oltre quanto realmente credevo.

Ora... tocca a voi!
La ricerca ha bisogno di aiuto, e Noi tutti abbiamo bisogno della ricerca!

Donazione intestata a Retina Italia onlus
IBAN:
 IT49X0558401602000000005050
Causale: "Scarpinare per le ricerca"




venerdì 11 maggio 2012

Ultima Tappa: Ponte Santa Maria Maddalena - San Giuliano di Rimini

Ci siamo. 
Oggi è il giorno.
Non vedo davvero l'ora di sentire il mare.
Il risveglio è ancora più sereno e dolce. Complice la serata davvero speciale passata ieri sera e la cena perfetta, mi sento davvero bene nonostante le mie gambe mi stiano comunicando di essere ormai al limite.

Fatta colazione, Sara mi accompagna a Ponte Santa Maria Maddalena, non prima di avermi fornito un "sacco pranzo" che consta di un panino bresaola e scamorza, un paio di belle fette di deliziosa torta salata e un cornetto al cioccolato. Ovviamente, accetto con gioia!!!!

Arrivati dove ieri ho lasciato la ciclabile ci salutiamo, promettendoci di non far passare altri tre anni prima di rivederci!

Mi incammino a cuor felice, salutando ad alta voce il fiume Marecchia, che mi accompagnerà con le sue acque fino al mare.
Mi avvio di passo svelto, perchè ho in cuore l'ansia di arrivare. Sono davvero esausto e stanco. Ho una voglia di tornare a casa che non si può dire....

La pista corre svelta, leggermente in discesa, ma il sole oggi picchia davvero duro! Cammino da circa un'ora e ho gia le braccia rosse. Oh, e io son scuro di carnagione, eh

Per fortuna c'è sempre il fiume alla mia sinistra, che rinfresca un pochettino l'aria.

Cammino a passo molto svelto. Ogni tanto chino la testa e guardo le mie gambe, pensando che mi stanno portando loro in giro e che il busto va davvero a rimorchio, perchè in effetti io sono sfinito e non ho coscienza del mio incedere, non comprendendo come ancora riesca a infilare un passo dietro l'altro. Percepisco la stanchezza ogni volta che capita una salitella davvero ridicola, che puntuale mi spezza il fiato. Saranno gli ultimi km più pesanti di tutto il viaggio.
All'ombra di un grosso pioppo mi fermo per bere un sorso di acqua, e ne approfitto per fare uno scatto al monte Titano.
Il sole splende alto, ormai dritto sulla mia testa. Proseguo un paio di km e poi mi appoggio su una panca per consumare le leccornie preparate dalla mia amica Sara.
Riparto, ma mi accorgo che ho un'espressione davvero tirata. Sono stanco, sfinito, e il caldo mi sta facendo sudare. Do fondo alla mia borraccia, esaurendo il primo litro e mezzo: ne resta un altro di litro, e poi dovrò cercare una fontana.
Non riesco a pensare. 
Sento solo che i piedi sono flosci dentro gli scarponi, per cui serro bene le stringhe intuendo di non potermi più fidare delle caviglie. Sento il cuore martellare nel petto, mentre respiro con la bocca aperta nel tentativo di rinfrescarmi, emulando i cani. Mi brucia la pelle delle braccia, rosolate al sole; mi pizzica ogni centimetro di indumento che indosso, tanto son sudato. Ma tiro dritto, anche se non so come diavolo ci stia riuscendo.
Ci sono parecchi ciclisti che mi superano, guardandomi a dir poco stupiti. Chissà como dovrò apparirgli, cosi carico, sudato e affaticato.
Nel frattempo, quasi inconsciamente, inizio a ridermela sotto i baffi perchè una folata di vento e il grido dei gabbiani annunciano la vicinanza del mare.

Tra di loro c'è anche un grosso airone. Che splendore.
Mi guardo intorno e vedo la macchia tipica della zona. Riconosco il timo in fiore, inconfondibile per il pofumo che emana! Normalmente ora avrei associato al profumo di timo qualche pietanza di mare, perchè ho una vera deviazione culinaria: riconduco spesso a qualcosa di edibile ogni stimolo sensoriale, ma ora non ci riesco. Son sfinito.


Continuo a incedere, quasi caracollando sotto il peso dei km macinati in questi 9 giorni, quando ecco che la mia anima viene scossa da un sussulto.
Accellero il passo, nonostante senta indolenzita ogni fibra muscolare delle mie gambe. Mi sembra di camminare nel fango, tanto mi pesa ogni passo, e sullo zaino sento come se ci fossero tre gibboni schizoidi che saltano cercando di piantarmi a terra come un chiodo. La gravità tira come un magnete potentissimo, ma un sorriso ancora più grande si stampa sulla faccia.
Vedo l'ultimo ponte sul marecchia!
E' l'ultimo ponte, l'ultimo ostacolo tra me e il mare.
Mentre faccio l'ultimo immenso sforzo per coprire la salitella che qui il sentiero fa, mi accorgo di avere un sorriso commosso, con le lacrime che mi rigano il viso impolverato. 
Scoppio in una fragorosa risata, senza potermi più controllare. 
Vedo il mare!!!!


Alcuni muratori, arrampicati sulla facciata di un palazzo in ristrutturazione, smettono di lavorare per voltarsi a guardare sto cretino che, carico come un mulo, ride camminando a stento sotto il sole.
Li guardo, ridendo sempre più foprte. Alzo la mano per salutarli e, smpre ridendo, gli urlo che non sono matto, ma che sto arrivando dal tirreno a piedi... che in un certo qual modo equivale proprio a dire che sono un vero pazzo furioso! 
Ma sono felice, un mondo felice!
Copro le ultime centinaia di metri quasi correndo, senza dar quasi peso ai bellissimi murales che adornano le case di questo tratto di lungo fiume.


Quando sono partito avevo davanti a me la Tuscia viterbeese; poi la verde Valdichiana mi ha accolto lungo il Canale Maestro, portandomi a fronteggiare un avversario temibile quale l'Appennino Tosco-Romagnolo; giunto al valico vedevo il Montefeltro sotto di me.... ora ho un azzurro e accogliente mare calmo davanti ai miei occhi.
Resto immobile un istante, quasi senza il coraggio di respirare. Ho l'anima in punta di piedi, gli occhi gonfi e il cuore che sta per scoppiare.


Mi guardo intorno, come a cercare tutti coloro che in questo lungo viaggio mi sono stati vicini, fisicamente e col cuore. Quasi vedo i loro visi, percepisco le loro esclamazioni di gioia... e mentre sento su di me il sorriso di Elena, estraggo dal mio marsupio la fiala contenente il mio testimone.


.

"Ciao Adriatico... ti presento Tirreno!"






giovedì 10 maggio 2012

Ottava Tappa: Pennabilli - Ponte Santa Maria Maddalena

Inizio davvero a sentire aria di casa. Per me il profumo dell'Adriatico arriva anche qui su, perchè stamattina il risveglio è molto leggero.
Spartisco un po' del carico con Luca, per alleggerire il fardello che porto ingroppa da otto giorni e, fatto questo, ci avviamo lungo la marecchiese per coprire la manciata di km che separano Pennabilli da Novafeltria. 
Camminiamo a testa massa e sguardo attento, perchè il traffico è davvero intenso.
Frastornati e affumicati arriviamo nell'ultimo avamposto romagnolo del Montefeltro, strappato al dominio marchigiano da un recente referendum.


In centro conosco un forno che prduce vere leccornie e ci fermiamo per rifocillarci. Una bella focaccia conpomodorini, capperi e acciughe mi fa tornare il buon umore, un po' ombrato dal traffico e dalo smog.


Con questa iniezione di otimismo decidiamo, vista l'ora ancora presta, di incamminarci per qualche km lungo la ciclabile che corre lungo il marecchia e che, domani, mi porterà dritto dritto a San Giuliano di Rimini.


Bastano pochi passi nel verde per ristorarsi.



I tipici "cucuzzoli" del Montefeltro creano un paesaggio davvero unico. Basta davvero avere un po' di immaginazione e sembra di camminare davvero nel medioevo qui. Ovunque ci sono rocche e castelli che dominano il panorama.

Ben presto un simpatico amico a 4 zampe decide di unirsi alla nostra causa e ci accompagna per parecchia strada, scodinolando e correndoci attorno.



Ci perdiamo in mille discorsi, incuranti di cosa stanno facendo le nostre gambe e di dove ci stanno portando i nostri piedi.



Ci riaccostiamo al letto del fiume e, a quel punto, do un'occhiata al gps per capire dove siamo finiti. 


Con stupore realizzo che abbiamo camminato anche troppo, al punto che siamo arrivati a Ponte Santa Maria Maddalena, circa 6 km oltre Novafeltria. Considerato che dovviamo fare anche il ritorno, dato che Luca ha l'auto a Nova, decidiamo di far dietro-front.
Mi soffermo solo un attimo perchè un forte profumo dolce, che abitualmente sento in primavera al mare, richiama la mia attenzione. erano anni che cercavo di capire che pianta fosse responsabile di quel profumo intenso e dolcissimo e, finalmente, sono riuscito a trovarla. Unico problema è che non ho idea di che pianta sia, per cui metto qui sotto la foto e, se qualcuno la dovesse riconoscere, gli sarei infinitamente grato!!!!




Sonon le 15 quando saluto Luca. Lui rientra a Bologna, mentre io oggi mi fermo ospite a casa di Claudio e Sara, due carissimi amici dei tempi dell'università che non vedo da qualche anno.

Con i sorrisi spensierati della Giulia e della piccola Anna passo una serata davvero felice, in compagnia di persone speciali con cui ho condiviso quelli che reputo i migliori anni della mia vita. E' bello rivedersi, dopo 3 anni, sentendosi come fosse passato solo un giorno dal nosro ultimo incontro. Quando si vivono insieme momenti intensi, i legami che si creano divengono inscindibili.
Grazie, ragazzi!

mercoledì 9 maggio 2012

Intervista Staff ZainoSolare

Video intervista realizzata dallo staff di ZainoSolare e andata in onda su Teletruria al tg di martedì 8 Maggio.


Settima tappa: Badia Tedalda - Pennabilli

Sveglia con calma, colazione con cappuccio e brioches e si riparte. La nottata è stata di sonno profondo, e non solo per via della stanchezza. Ieri sera mi ha raggiunto Luca, mio ex collega dei tempi della TIM nonché amico di vecchia data.
Per festeggiare la svalicata ieri sera mi sono concesso un vero lusso: crostini con i prugnoli e tagliata di vacca chianina con contorno di porcini fritti. Con sto po' po' di leccornie nella panza il sonno è stato davvero ristoratore. Prima di partire per Pennabilli metto mano alla cartografia della zona. Cerco una qualche possibilità di vie alternative alla sempre più trafficata marecchiese.
Usciamo dal paese seguendo il fangoso e scivoloso sentiero CAI 19, al limite della praticabilità per via delle piogge recenti. Dopo qualche centinaio di metri lo abbandoniamo per seguire lo stradello che aggira il Monte Cerreto e che per un tratto corre parallelo alla marecchiese. Pochi passi e già si sente la differenza.


Il trambusto dei veicoli a motore viene sostituito dal placido scroscìo del torrente Presale. Lo superiamo e ci allontaniamo dal suo greto, ma ben presto l'aria torna ad essere riempita dal suono dell'acqua. Questa volta è una poderosa cascata che, con la sua profonda voce, tuona possente!


Adoro le cascate. Sono una delle tante cose che amo profondamente e che, quando presenti, non manco mai di esplorare durante un'escursione. Le ritengo capaci di esercitare un potere terapeutico sull'animo umano. Hanno la capacità di svuotarmi all'istante la mente, azzerando tutti i pensieri, come per magia. Scacciano, con il loro potente tuono, tutti i prodotti della ragione, lasciando la pace di ascoltare la voce più profonda che viene dal cuore. E' come se, con la loro forza, riuscissero a scuotere cosi forte l'anima da scrollare via tutta l'inutile zavorra che quotidianamente ci mettiamo in spalla.
Proseguiamo, perché la strada è tanta, anche se tutta in discesa. Nemmeno un km dopo, mentre rispondo a Elena che mi sta chiamando al telefono, alzo gli occhi distrattamente al cielo e faccio l'incontro piu' emozionante di tutto il viaggio. Un'aquila volteggia sulle nostre teste, in prossimità della vetta che ci sta di fronte.
Un'aquila! Cioé, potete capire no? Inizio a sbraitare a bassa voce e indico a Luca la maestosa regina dei cieli. Lui, come un lampo, estrae la fotocamera e immortala l'incontro.


Un'emozione che occuperà la mia anima per tutto il resto del percorso. Passiamo vicino a un grande allevamento delle giganti vacche di razza chianina. Son davvero enormi sti bovini... ma, soprattutto, hanno una carne superba!
Tiriamo avanti e, dopo alcuni km, ci riportiamo sulla Marecchiese, proseguendo il viaggio tra mille discorsi. Camminare svuota la mente e lascia libero il cuore di parlare a voce alta. E' proprio il bello dell'incedere lento di chi cammina. Prima di avviarti pensi sempre "Oh, appena ci avviamo gli dico questo, gli chiedo quello, gli racconto quella storia..." e invece, puntualmente, ti vengono in mente cose remote e profonde che condividi con chi, passo dopo passo, macina strada con te. Questi sono veri assaggi di vita libera!

martedì 8 maggio 2012

Sesta Tappa : Sansepolcro - Badia Tedalda

La cena in solitudine di ieri sera mi stava abbacchiando. Il pecorino a pasta cruda accompagnato dal pane toscano sapeva di poco nella solitudine della mia fredda (per davvero!) camera di B&B in centro a Sansepolcro. Sono infatti rimasto solo perché da qui riprendo a camminare, mollando nuovamente le due ruote, per chiudere il giro a San Giuliano Mare.
Dando una controllata alle previsioni vedo che sono indicate schiarite nella notte, ma che soprattutto si attende di nuovo pioggia a Sansepolcro in mattinata. Non ho molta scelta, per cui decido di partire presto. Ma presto per davvero! Preparo lo zaino e sistemo tutte le mie cose, tenendo fuori giusto una boccetta di estratto di guaranà e pappa reale: assieme a una barretta ai cereali saranno la mia colazione.
Punto la sveglia alle 4:00 e mi metto a dormire gia vestito. Fa freddo in camera e così dormo caldo, ma soprattutto risparmio il tempo del vestimento. Quando suona la sveglia mi maledico, perché assonnato la mia idea mi sembra proprio idiota. Appena però il mio cevello arriva a regime riaggancio il perché di questa levata e, nel giro di 20 minuti, sono in strada.
Uscito dal centro aggiro le mura orientali e prendo per un viale di pini domestici. L'aria è cosi fredda e umida che nel naso fa quasi male inspirarla. Alzo la testa per cercare le ultime stelle che ancora cercano di resistere all'incombente alba, e tra la nebbia alta ne vedo alcune.
"Bravo!", mi dico ad alta voce, perché mi stimo per aver creduto alle previsioni meteo!
Al primo incrocio trovo un cartello che indica la direzione per Rimini e il Passo di Viamaggio: la strada che imbocco è la Marecchiese. Sento gia odore di casa. 
La gioia non dura molto perche' nel frattempo inizia a cadere una fine pioggerellina che in pochi minuti mi inzuppa la barbetta che, incolta, ricopre il mio viso.
Non mi sbarbo da quando son partito... 




Metto giu lo zaino, e non senza qualche imaledizione infilo la giacca mimetica e il poncho da pioggia. Sembro un Barbapapà in versione bosco.
Inizia a tirare la salita e dopo i primi tornanti comincio a sentire che mi sto bagnando anche sotto il poncho, ma è colpa mia. Sono accaldato e forse devo rallentare il passo.
Dopo aver camminato una mezz'oretta sento il primo rumore di motore a scoppio avvicinarsi. La scelta di partire a quest'ora ha anche il grosso vantaggio di aver poche auto tra i piedi. Sento che il veicolo che si avvicina è un Ape. Si ferma proprio alla mia altezza e dal micro abitacolo di lamiera nera fa capolino un signore sulla ottantina buona. "O dove vai cosi conciato?!", mi interroga con un marcato accento toscano. "Vado fino al passo a piedi.", gli rispondo io timidamente... "Cosi conciato? Salta su che ti do uno strappo. Io arrivo fino all'Aboca.".
Sarò sincero: ho accettato con piacere perché nel frattempo si era anche alzato un fastidioso vento e avevo la faccia zuppa. Monto sul cassone, poiché nella cabinetta c'è gia un passeggero: il cane del proprietario del mototriciclo. Tra l'altro avvicinandomi ho sentito che ringiava sommessamente... temeva forse di essere sfrattato.
In pochi minuti siamo allo svincolo per Aboca. Ho risparmiato circa 4 km e non mi dispiace nemmeno un po', perché oggi in tutto saranno 27-28 km fino a Badia. Saluto e ringrazio, ricevendo il benaugurante incoraggiamento del mio autista di fortuna: "Mica fare bischerate! Attenzione in strada!".
Riprendo a salire di buon passo e con grande piacere vedo che le nuvole restano sempre piu' basse rispetto alle quote che man mano raggiungo. La luce del giorno inizia ad essere intensa e un tenue azzurro filtra dall'alto.
Sono circa le 8:30 quando arrivo al cartello del Passo e qui finalmente ecco il sole splendere sulle cime delle montagne, mentre volgendo lo sguardo sul versante toscano la intera vallata appare riempita da un mare soffice di nuvole. 





Faccio sosta spuntino, perché sebbene abbia piluccato snack vari durante la salita, ora ho proprio fame. Pasto del camminatore: pane toscano e formaggio di pecora a latte crudo. Per fortuna con questo pasto lo finisco, perché iniziavo ad esser stufo di mangiare pane e cacio. Faccio qualche foto nei dintorni. Su alcuni prati resiste ancora la brina, sebbene il calore del sole stia riscaldando le chiome dei pini neri e delle altre conifere, diffondendo nell'aria il profumo aromatico della resina.


Una cosa strana che noto sono i grilli: c'è la brina, fa freddo, è giorno, e loro son ancora li a cantare nella macchia. Valli a capire. Riparto.
Ora lo zaino picchia parecchio e la gravità torna a reclamare il suo, ma per fortuna ora dovrebbe essere tutta piana fino a Badia.
Il traffico, noto con fastidio, è ora più intenso e parecchi tir mi sfiorano sfrecciando come pazzi sul passo. Decido quindi di attraversare e di camminare contro mano, perché così son più sicuro e, soprattutto, il traffico è maggiore in direzione Rimini. L'aria si sta riscaldando e ora è decisamente dolce. Cerco i responsabili di questa fragranza ma, a parte qualche Acero e delle violette del pensiero, non vedo molto altro di "profumoso". Sarà che qui l'aria è talmente fresca e pulita che basta un fiore a far capolino per inebriare un prato intero. Dopo i primi km supero il fianco orientale del colle e finalmente vedo un panorama molto familiare. Il Sasso di Simone e di Simoncello si stagliano maestosi all'orizzonte.



Sebbene :-) molto molto lontani da qui, spiccano per la loro dimensione e forma squadata. Uno spettacolo!!! Poco prima di arrivare a Badia Tedalda arrivo a quello che, probabilmente, è il passaggio piu' pericoloso di tutta la mia scarpinata. Devo passare una galleria che, seppur breve, mi fa paura.


Entro titubante e scopro che per fortuna ha il marciapiede. Cammino cauto e al sopraggiungere dei vari veicoli mi fermo e li fisso. Fanno tutti un rumore tremendo, amplificato e distorto dal tunnel. Passano camion, furgoni, auto, ma in assoluto i mezzi che fanno il rumore più spaventoso sono i soliti SUV. Vabbé. Noto che i grilli continuano con il loro crì-crì insistente ma fuori orario e mentre insisto nel tentativo di dare un senso a questo insolito comportamento, giungo a meta. Sono le 11:00 e sono a Badia Tedalda. 





Spettacolo, ha detto.

lunedì 7 maggio 2012

Quinta Tappa: Arezzo -Sansepolcro

Risveglio asciutto, ma grigio pesto!
Io sono particolarmente sfiduciato, ma il Padre di Elena mi sprona e alla fine mi convinco: proviamo insieme a pedalare fino a Chiavaretto, per portarci in zona Osteria di Nonna Lola. Ieri mentre eravamo in perlustrazione abbiamo conosciuto il proprietario di questo esercizio, che ci ha fornito utili dritte e gustose leccornie, tipo un pecorino fresco a latte crudo. Ci avviamo dal quartiere Gli Archi, come suggerito da Eliseo e, ai piedi dell'acquedotto romano, inforchiamo le bici e sfidiamo il tempo.



Sembra che la sorte ci sorrida, perche divoriamo subito 15 km, pedalando tra l'altro al fresco ma all'asciutto.
Decidiamo di proseguire per tentare il colpaccio: raggiungere Anghiari.
Che fortuna avere un supporto: dovesse attaccare a piovere avrei un riparo e un mezzo di emergenza pronto.
La salita pero' non scherza niente. Ho il cuore che mi martella nei timpani e la bocca asciutta. Da quanto ricordo di aver visto sulla carta, le curve isometriche indicano che la salita darà tregua solo al Castello di Montauto, ancora distante. Ad un tratto son proprio stanco e scendo, borbottando contro le mie gambe, per finire gli ultimi due o trecento metri di salita a spinta.
Arriva la sognata discesa e mi rinfranco dalla fatica. La classe non è acqua e, infatti, vedo il mio compagno di pedali incedere con tranquillità, mentre io ho l'espressione di chi ha appena scalato una vetta da tre mila metri...
Il bel gioco dura poco e, arrivati nei pressi di Tavernelle ecco di nuovo uno strappo, con pendenza pure maggiore. Devo essere onesto: ad Anghiari ci sono arrivato pedalando, ma in sella ci ero rimontato solo poco prima, perché la salita mi aveva avuto.



Il borgo di Anghiari è bellissimo, ma ancora più bella è la discesa che porta fino a Sansepolcro, per cui, visto che oramai abbiamo fatto trenta, decidiamo di finire l'opera. Nel primo pomeriggio sono arrivato dove non credevo, portando ancora una volta avanti di un bel po' la mia posizione. Con lo stop di ieri e le tre supertappe ciclate ora sono a Sansepolcro, e se anche di nuovo la pioggia è tornata a raffreddare l'aria non mi preoccupo, perché sono a poco piu' di una tappa dal confine Emiliano Romagnolo.


Solo una nota di malinconia per aver dovuto salutare Elena, vela questa giornata. La fatica più grande che sto facendo è proprio il dover sopportare questa lontananza...


--------------------


Qualche considerazione.
Oggi per la prima volta sono rimasto solo... Solo in compagnia della Stargardt, che per la prima volta dalla partenza mi ha messo in difficoltà.
Avevo in mano l'indirizzo del B&B da raggiungere e ho chiesto info a un passante. Un paio di indicazioni e mi avvio. La seconda traversa dopo via Mazzini e poi ci sono. Devo aver sbagliato qualcosa, perché gira e rigira io via Mazzini non la trovo. I nomi delle strade son poi scritti in alto su lastre di pietra e sono in bassorilievo. Bello, per carità, ma a che diavolo serve metterle a 5 metri di altezza? Insomma, mi prende un po' di agitazione perché non trovo la direzione e, con l'ansia incombente, inizia anche un po' la confusione. Mi guardo intorno e sembra che la gente abbia brutte facce e che mi guardi male. Chiedo ad un passante ma è francese e non capisce un verza di quel che gli chiedo. Brutti scherzi fa la paura... Mi fermo un attimo, prendo fiato e mi guardo intorno. Non mi sono mai perso a Bologna, vuoi che mi devo perdere a Sansepolcro?! Anche no, direi.
Tornato razionale, mi sfilo lo zaino ed estraggo il tablet che grazie a Luca e Silvia ho avuto in prestito. Apro l'applicazione col navigatore gps, centro la mia posizione ed inserisco la destinazione. Con un sospirone di sollievo mi incammino verso la mia meta, che per altro era a poche centinaia di metri.
Questi gingilli tecnologici, ancora troppo cari e quindi di difficile diffusione, anche per chi magari non può lavorare molto a causa del deficit visivo, possono essere strumenti utilissimi per la vita quotodiana di ogni ipovedente. Sottolineo questo proprio alla luce di una recente vergognosa vicenda che vedeva un personaggio famoso della tv pubblica fare affermazionin davvero infelici in merito agli ipovedenti e ai tablets.
Io fino ad oggi non ho quasi percepito il mio deficit visivo perche, al mio fianco, ho sempre avuto qualcuno che leggeva i cartelli per me. Eccetto alcuni casi in cui ho fotografato i cartelli escursionistici col tablet, per poter poi vedere nei dettagli i sentieri, in genere i miei accompagnatori si sono sempre prodigati nel leggere ed interpretare le indicazioni per me. Mio Padre, per esempio, mi ha letto le notizie riportate nei tabelloni del Sentiero dei Briganti, posti a volte oltre un fosso e, pertanto, irraggiungibili a distanza utile per uno come me. E la legge italiana, assieme ai benpensanti, dice che noi non abbiamo diritto all'accompagnamento.

domenica 6 maggio 2012

Domenica di riposo

Il meteo ci ha preso proprio in pieno. Oggi una valanga di acqua si e' abbattuta su Arezzo.
Ne abbiamo approfittato per fare il punto della situazione. Con un tempo cosi devo mio malgrado rinunciare ad affrontare l'appennino seguendo i sentieri che il CAI di Arezzo mi ha suggerito. Colgointanto l'occasione per ringraziare Eliseo Mazzi, che con grande precisione mi ha segnalato tugli gli itinerari con relativi punti sosta.
Decido infine per tentare con la bici almeno fino ad Anghiari domani mattina, sempre se il tempo regge. Se non smette di piovere inizia ad esser dura qua.

Quarta Tappa: Cetona - Arezzo

Inizio con una esclamazione di vivo stupore: incredibile!
Stamattina sveglia con relativa calma. Qualche cumulo nel cielo preannuncia l'imminente cambio climatico, ma il sereno ancora domina e il cielo è azzurro intenso con rare screziature di bianco candido.
Oggi c'è il cambio di guardia del compagno di viaggio: il Padre di Elena da il cambio a mio Padre.

Lo saluto non senza commozione perchè stare insiseme queste giornate oltre all'aiuto tecnico ha riempito anche il mio cuore! Un lusso vero poter condividere queste belle esperienze con le persone a cui tieni!

Dopo una foto di rito io e il mio nuovo compare saltiamo in sella e ci fiondiamo giù per la lunga discesa che in 8 km ci porta ai piedi del colle su cui sorge Chiusi. Deviamo in direzione del Lago di Chiusi, dove inizia il sentiero dei briganti e, con mia sorpresa, incontriamo un paio di salite taglia fiato. Tra l'altro al primo strappo ho dei problemi col cambio e non entrandomi subito i rapporti corti vado rapidamente in affanno. Cominciamo bene.
Con qualche dubbio nell'animo per i Km che mi attendono continuo a spingere, incoraggiato da chi mi precede apparentemente non affaticato per nulla.

Riecco la discesa e in pochi colpi di pedale siamo sulla riva del Lago. Un bel caffè di incoraggiamento e ci dirigiamo verso il cartello marrone che indica l'inizio dei 60 km di sterrata che collega Chiusi con Arezzo.

Il tempo è gradevole e spira un bel vento leggero che rinfresca mentre pedaliamo lungo il Canale Maestro di Chiana. Ci sono stormi di rondoni e rondinelle che volano basse sul fieno appena tagliato, mentre fanno la loro incetta di insetti gustosi.
Per alcuni km il vento ci soffia addirittura a favore, per cui viaggiamo davvero a cuor leggero spendendo il tempo a guardare le bellezze paesagistiche della Valdichiana.Ci fermiamo nei pressi di quello che ci sembra uno stagno, per fotografare dei Gigli d'acqua. Ripartiti percorriamo un paio di km e ci troviamo davanti al punto ristoro del Lago di Montepulciano. Con felicità ci rendiamo conto di quanto scorrevole sia questo sentiero di pianura, e pertanto riaggiustiamo i nostri piani. Avremmo dovuto incontrare Elena e sua madre proprio qui ma verso le 13: ora sono le 11, per cui possiamo ancora tirare.

Alle 13 ci troviamo nei pressi di Foiano della Chiana per la sosta pranzo: Farfalle con Salsiccia e Olive calde di rosticceria e pane, prosciutto cotto e pecorino dolce di Pienza ci attendo per rinfranzare le nostre anime. Alle 15 poi una sorpresa: ci raggiungono i ragazzi di Voltaic ZainoSolare per fare delle riprese da mandare, speriamo, a una tv locale. Una video intervista vera! 

Non nascondo la vergogna, ma non mi sono impappinato nè credo di aver detto scemate. Agli spettatori il giudizio.

In teoria avremmo dovuto fermarci qui, dopo 38 km di percorso totali. Guardando però il meteo sul web scopriamo che la situazione è pure peggiore di quanto pensavamo, con conreta possibilità di piovaschi anche oggi, oltre che certi per tutto domani.
Si decide di provarci!
Selliamo in nostri "destrieri d'alluminio" e ci buttiamo nell'impresa: coprire in 2 ore il tratto di 30km che ancora ci separano da Arezzo.

E qui ecco il motivo del mio stupore: non mi credevo capace di questo! In circa 1 ora e mezza arriviamo a coprire tutto il tratto mancante! 68km!!!
Giusto perchè evidentemente il meteo ce l'aveva promessa, proprio negli ultimi 5 km ecco la pioggia. Prima solo qualche goccia, poi acquazzone misto grandine. Zuppi, infreddoliti ma felici arriviamo ad Arezzo, dove Elena e sua Madre ci attendono con l'auto di appoggio.
Un rapido cambio con abiti asciutti (avevo anche le mutande fradice) e di corsa al B&B per una doccia bollente.
Sono riuscito così ad anticipare ampiamente la mia tabella di marcia, così da poter avere respiro per riorganizzare i miei piani in vista delle condizioni climatiche. A quanto pare non smetterà presto di piovere.


Translate