PERCHÈ, PRIMA O POI, UNA CURA LA TROVANO... MA NEL FRATTEMPO DIAMOCI UNA MANO PER NON PERDERCI NELLA NOTTE

mercoledì 22 giugno 2016

"Anche agli Dei piace Giallo" Sabato 21 Maggio - 1a Tappa

L’appuntamento è per le 10:00 al Pallone. L’ostello dietro la montagnola ha una posizione strategica. Fabrizio, ha avuto davvero una gran bella idea quando me l’ha consigliata. “Dona, è un gran posticino. Comodo alla stazione e al centro, e i prezzi sono più che buoni”, mi disse davanti alla prima pinta che ha segnato il nostro incontro e l'inizio di questa bellissima amicizia. Le nostre strade si sono incontrate per caso. Lui, modenese di origini, è un volontario del CAI di Bologna, sezione Est “Mario Fantin”. Ci ha messi in contatto con lui un amico comune di Dario, incontrato per caso ad una festa di compleanno. A Berlino. La vita ha meccanismi tanto complicati, se uno ci pensa, ma così elementari e semplici nella loro efficacia mirata. Inizialmente doveva essere una semplice consulenza, la sua. Come esperto escursionista e conoscitore della Via degli Dei, si era offerto di darci un aiuto e qualche dritta. Ma è un ragazzo di animo nobile, Fabrizio, e come lui pure tutte le altre guide CAI che, giorno dopo giorno, si sono talmente appassionate a questa avventura da diventarne parte integrante. Al punto che il CAI di Bologna è diventato nostro partner a tutti gli effetti. “Avere al proprio fianco questi ragazzi farà la differenza, socio” dissi a Dario quando gli comunicai la volontà delle guide di partecipare alla nostra camminata.

La nostra avventura... se solo penso che abbiamo organizzato questo evento in modalità remota, faccio anche io fatica a crederci. Fino a ieri ci eravamo sentiti solo ed esclusivamente per via telematica, ed è stato molto strano, il nostro primo incontro, davanti al parcheggio dell'ostello. Conoscendo il cuore di scamorza che mi batte in petto, ero sicuro che appena ci saremmo visti mi sarei commosso per la tanta emozione. Invece è stato inaspettatamente sereno questo incontro, perché quando ci siamo fissati dritto negli occhi, sebbene a modo nostro visto che siamo entrambi ipovedenti, non mi è parso di incrociare lo sguardo di uno sconosciuto. Mi sembrava di conoscerlo da una vita, Dario.


Nell’universo vigono regole ancora poco comprese dall’uomo, e probabilmente è grazie ad una di queste sconosciute leggi cosmiche che noi due abbiamo potuto mettere insieme tutta questa avventura, senza neppure esserci mai visti di persona. Eravamo amici da sempre, ma non lo sapevamo ancora.

Con grande fortuna io ed Elena troviamo da parcheggiare proprio a due passi dall’ostello. Una bel colpo, vista la quantità di roba che dobbiamo scaricare. Ci sono le t-shirt ufficiali dell’iniziativa, il materiale divulgativo e promozionale di NoisyVision e di Retina Italia, più altre cosette tipo il tavolino da campeggio che dovrò montare in piazza del Nettuno e che fungerà da banchetto, le bandiere dell’evento, più tanto altro ancora. Raggiungo Dario e i ragazzi all’ostello. C'è allegria nell'aria, tutti sono elettrizzati per quello che sta avendo inizio e hanno dei sorrisi eloquenti stampati sui volti.



Fatte un po’ di presentazioni ci raduniamo tutti nel seminterrato dell’ostello. Abbiamo un'intera sala a disposizione per fare il briefing e distribuire le magliette gialle col logo dell'avventura. Vedo che già il gruppo è affiatato. Siamo tutti in cerchio e, a turno, ognuno racconta qualcosa di se. Qualcuno già si conosce, altri si sono incontrati oggi per la prima volta. Fabrizio e sua moglie Elisabetta, anche lei guida CAI, arrivano di li a poco, insieme a Marco S. e Amador, i due video maker che gireranno il documentario di tutta l'impresa. Moldavia, Finlandia, Germania, Olanda, Islanda, Spagna e, naturalmente, Italia...quante bandiere riunite sotto il giallo di questa spedizione.



Mentre stiamo finendo di definire gli ultimi dettagli, le cameriere dell’ostello portano il rinfresco che abbiamo ordinato. Io non ho fame, ho lo stomaco chiuso. E non sono il solo perché vedo che parecchi puntano le bottiglie di prosecco piuttosto che il cibo. Un paio di giri di bollicine e i nervi si distendono quanto basta per riuscire a mangiare qualcosa.




Arrivano rapidamente le 12:00, devo avviarmi con Fabrizio verso Piazza del Nettuno per allestire il banchetto attorno al quale ci riuniremo. Mi chiama anche la Banda Rossini per informarmi che si stanno radunando sotto quel po’ di ombra che Palazzo Re Enzo riesce ancora a regalare, in questa giornata di caldo estivo. In effetti il sole picchia, ma è una manna rispetto alle giornate autunnali della settimana appena trascorsa. Mentre sistemo le nostre cose mi telefona Matteo Stefani, il campione mondiale di arrampicata. Ci onorerà della sua presenza al via ufficiale della camminata. Dimenticavo: Matteo è un ragazzo non vedente.



Passano pochi minuti e inizio a sentire da via Indipendenza la voce di Dario: al grido di "Yellow The World!" appare il serpentone giallo, in testa al quale sventolano le due grandi bandiere, sempre gialle, su cui troneggia il logo di NoisyVision. In breve lo spazio sotto la statua del Nettuno si riempie di colore. Dario è un vero e proprio animale da palcoscenico. 

Un personaggio carismatico che, con il suo megafono, catalizza l’attenzione di parecchi passanti, che si iniziano ad affollare attorno al nostro gruppo. La Banda Rossini parte con una marcetta e di li a poco iniziano le danze propiziatorie per la nostra avventura.





Seguono i doverosi discorsi di commiato, i ringraziamenti ufficiali e non. E' con noi anche Matteo STefani.

Dario consegna un bellissimo mazzo di fiori ai suoi genitori, che tra due giorni festeggeranno i loro 40 anni di matrimonio. 

Un momento davvero emozionante per tutti. Io ne approfitto per un personale "tentativo" di ringraziamento. Oggi ho la possibilità di gridare finalmente GRAZIE alla persona speciale che vive al mio fianco. Siamo anche in diretta streaming su FaceBook, voglio farmi sentire da tutti. Ci provo, ma subito le parole vengono sopraffatte dall’emozione e non riesco a dire tanto. Ma un "grazie per aver riportato la luce nella mia vita" riesco a pronunciarlo...



Prima di dare il via alla camminata lasciamo la parola a Marco Lombardo, un amico prezioso che ci ha aiutato davvero tanto per le questioni istituzionali e burocratiche. 

La più grande difficoltà che abbiamo incontrato nella preparazione dell’evento è stata proprio quella di relazionarsi e coordinarsi con tutti i comuni interessati dall’itinerario, ma con il suo aiuto siamo riusciti a risolvere non pochi intoppi, che altrimenti avrebbero davvero reso le cose più difficili. Marco decide di indossare la nostra t-shirt ufficiale e un paio di occhiali che simulano la visione tubulare di chi ha la Retinite Pigmentosa. Ci seguirà per le vie del centro in assetto da ipovedente.




Sono le 13:30.



E' il momento.



La Banda si avvia con una marcia trionfale, passando davanti Palazzo D'Accursio e infilando via D'Azeglio. Dario si mette in testa al gruppo di camminatori, e col megafono urla: “Yellow people, let’s go to Florence!”. Il gruppo scompare tra i palazzi rosso bolognese piano piano. L’itinerario di oggi comprende uno dei percorsi più suggestivi di tutta la città. Raggiunta Via Farini prima, e via Collegio di Spagna poi, la truppa imboccherà Via Saragozza seguendola fino al Meloncello. Da li, e in rigorosa salita, raggiungerà il Santuario della Madonna di San Luca. Tutto con favor di porticato, il che non guasta visto che il sole è allo zenith è ha il gas a tutta manetta.









In piazza restiamo solo io, Elena e Marco S.: dobbiamo ripiegare verso l’ostello, per riportare in auto tutto il nostro materiale e prelevare tutto ciò che non stava negli zaini da trekking dei camminatori. Con la macchina dei video maker sarà possibile trasportarli di tappa in tappa, consentendo a tutti i partecipanti di averne accesso in caso di bisogno. Sono le 14:30 quando ci mettiamo al volante. Direzione Montagnola di Mezzo, all'interno del Parco della Chiusa di Casalecchio di Reno.



La raggiungiamo in meno di venti minuti, coprendo la stessa distanza che i ragazzi faranno a piedi in tre ore abbondanti di marcia. Come cambiano le prospettive delle distanze quando si cammina... e quanta ansia va via se non si può correre ma andar di passo.



La casa è un recupero rurale, a dir poco magnifico. E' su due livelli, con altrettanti appartamenti ben arredati e full optional. Non manca davvero nulla: c'è la carta igienica, il sale, l'olio, il caffè e lo zucchero, ogni genere di pentola e padella. E' in assetto per 14 ospiti, ma arriva a tenere fino a 18-20 persone. E tutto questo è immerso tra campi di grano e cespugli di ginestra profumatissima a perdita d'occhio. La vista è mozzafiato: davanti alla casa c'è una terrazza che affaccia sulla pianura tra Bologna, Modena e Casalecchio. Abbiamo l'orizzonte sgombro ad ovest, e questo ci anticipa che stasera avremo modo di seguire il sole fino al crepuscolo.



Ci raggiungono anche Francesca e Luigia, con le rispettive famiglie. Sono mie carissime amiche dei tempi dell'università, e sono qui per organizzare una piccola sorpresa al gruppo in arrivo da Bologna. Con i loro bimbi, hanno costruito strumenti musicali di fortuna, rigorosamente gialli come i loro visi, pitturati con i colori alimentari. 

Saranno la Banda Gialla arruolata per suonare all'arrivo della compagnia gialla, che non si farà attendere troppo. Puntuali come un orologio, eccoli far capolino dal vialetto che taglia in mezzo al campo di grano. La banda inizia a suonare e tutti si mettono a ballare. Uno spettacolo!

 


Afferrato il megafono, Dario dichiara conclusa la prima tappa, e l'euforia è grandissima!



Io ed Elena, intanto, abbiamo preparato una tavolata di benventuo con Spritz, succhi di frutta e patatine. Alberto e Nicolas, da bravi friulani, avevano una piccola sorpresa per tutto il gruppo: una soppressa artigianale, a stagionatura media, e una bottiglia di prosecco di Valdobbiadene. Inutile dire che non è rimasto nulla, e questo vale anche per i 5 litri di prosecco che avevo stappato per fare gli Sprizzettini. L'atmosfera è rilassata e festosa. L'aria è molto gradevole e si sta davvero bene. Qualcuno trova nel prato un quadrifoglio. Io e Gabriella ci avviciniamo per vedere: non ne ho mai trovato uno in vita mia, e neppure a lei capita così spesso di scoivarne qualcuno. Si avvicina Maaike e a un certo punto, mentre sta parlando, s'interrompe, si china a terra e, senza neppure guardare, allunga una mano e coglie un quadrifoglio. "Non l'ho visto, ma sapevo che era li", dice, come fosse la cosa più normale di questo mondo. Io e Gabriella restiamo a bocca aperta. Lei le si avvicina e la tocca, chiedendole qualcosa. Non so che cosa si siano dette le due ragazze, resta li fatto che di li a poco pure Gabriella ne trova uno. Ed è solo l'inizio.




Si uniscono al rinfresco anche alcune autorità del Comune di Casalecchio di Reno e Maria Teresa Ragazzi, colei che ha pensato e curato il progetto con cui è stato possibile ristrutturare e rendere fruibile questa magnifica casetta. Luogo peraltro disponibile per chiunque ne faccia richiesta, dato che viene affittata di settimana in settimana a cifre davvero convenienti. Un paradiso nel verde e nella tranquillità, a due passi da Bologna. Impagabile come rarità!



Finito l'aperitivo, i ragazzi scendono nel Parco della Chiusa con alcuni assessori di Casalecchio per visitare lo Smart Park, una serie di percorsi ad elevata accessibilità ce forniscono ai non vedenti informazioni sull'ambiente che li circonda. Nel giro di un'oretta eccoli tornare alla base. Mentre si sistemano e si rinfrescano, ne approfitto per i preparativi della cena. Il menù del camminatore oggi prevede Penne al pesto genovese con fagiolini e patate, Friggione bolognese come secondo, e 11 litri di Cabernet Sauvignon dei Colli Berici come carburante. E' stata una vera impresa preparare 4 kg di cipolle margherita ipg, ma ne è valsa la pena: da stasera la dolce crema di cipolle stufate bolognese è stata ufficialmente sdoganata e amata in tutto il vecchio continente... o quasi! Il dolce lo ha portato Gabriella: le sfogliatelle!!!!


La giornata pare ormai in chiusura, ma inaspettatamente la natura decide di farci qualche bel regalo...



...o chissà, forse è stato un segno degli Dei che oggi sono stati a guardare questo gruppo di insoliti e colorati escursionisti? Non lo so. Resta il fatto che verso le 20:00 ha avuto inizio uno dei tramonti più intensamente colorati che io abbia mai potuto vedere. Il sole è talmente rosso che, inconsciamente, mi esce una frase che da anni non avevo più pronunciato.

"The Red in the sky is ours" ho detto con tono solenne, indicando a mani aperte l'orizzonte vermiglio. Ho timidamente guardato tutti i ragazzi, ma la frase pareva fosse passata inosservata. Di li a poco, invece, mi si avvicina Alberto.



"Scusa Donato, ma la frase che hai detto è un modo di dire di qualche posto, per caso?"

 "No", gli rispondo con il cuore che attacca a correre "sarebbe il titolo di una canzone.."

 "...degli At the Gates!" esclama lui senza farmi neppure finire la frase!



Io mi inchino con riverenza di fronte a colui che, a quanto pare, è un altro metallaro in incognito nel gruppo!



E da li inizia la grande chiacchierata sulla musica metal. Chi ti piace, ultimo concerto a cui sei andato, primo concerto visto, dove suonavi, che musica suonavi... Si avvicina a noi anche Nicolas, e così scopro tantissime cose incredibili sul loro passato musicale. Vengono entrambi dalla provincia di Pordenone e si conoscono da una vita. Mi raccontano della loro band e la serata prende una piega davvero heavy!!!




Marco S. e Amador, da veri professionisti, non si sono lasciati sfuggire la possibilità di catturare questo magnifico tramonto con un time lapse incredibilmente accurato. Sono ansioso di venderlo in video, perchè gli sono stati dietro davvero per tutto il tempo.



Come dicevo, le sorprese che gli Dei avevano riservato al nostro primo giorno di cammino non erano ancora finite. Congedato il sole a ponente, ecco che a levante inizia un'altra alba. Argentata, questa volta. Una luna grandissima fa capolino da dietro Monte Albano, e di li a poco i sui pallidi riflessi si spandono lungo tutta la valle davanti a noi. Ne approfittiamo per fare quattro passi lungo la sterrata che porta alla Montagnola di Mezzo. Con un po' di attenzione però, visto che per molti di noi la cecità crepuscolare è un'infida compagnia da cui non si riesce a prescindere. Percorriamo meno di venti metri quando ecco la terza sorpresa della serata: decine di lucciole sbucano dai cespugli di ginestra. Sono commosso. Da trent'anni non avevo più viste. Rientriamo alla casa e facciamo il punto della situazione. Si decide ora di colazione e di partenza per domani, ma qualcuno manca all'appello. Ci guardiamo intorno e di li a poco il camminatore mancante sbuca dalle tenebre. Bernard si era attardato nell'ammirare le lucciole, e quando ricompare dall'oscurità viene immortalato da questo scatto, che lo ritrae in versione mannaro.

1 commento:

  1. Come hai ripetuto anche tu diverse volte durante il racconto, il miglior termine per descrivere le sensazioni che si provano anche solo a leggere di questa avventura è: EMOZIONANTE.

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